Oramai è assolutamente certa e riconosciuta da tutta la scienza la stretta e diretta connessione tra mente e corpo e nella danza appunto, intesa nel suo senso originario e “rituale, ANIMA E CORPO DIVENTANO UN'UNITA' INDIVISIBILE , come poeticamente espresso da Curt Sachs nel suo libro sulla storia della danza:
“…in essa creatore e creazione, opera e artista, fanno un tutt’uno….tutto è presente nella danza: il corpo, che nell’estasi viene trasceso e dimenticato per diventare ricettacolo della sovrumana potenza dell’anima; l’anima, che trae una felicità e una gioia divina dall’accresciuto movimento del corpo….; il desiderio di danzare, perchè chi danza acquista un potere magico che elargisce vittoria, salute, vita; un legame mistico, che nella danza unisce la tribù tutta e il libero manifestarsi della propri individualità, in una completa aderenza al proprio io.
Nessuna arte ha confini così ampi. Nella danza forze represse erompono alla ricerca di una libera estrinsecazione, e un intimo ritmo le ordina in una viva armonia che al tempo stesso acquieta e annulla la volontà.
Liberato dalla volontà chi danza si abbandona alla beatitudine di un gioco consacrato, all’ebrezza che lo allontana dalla monotonia della vita di ogni giorno, dalla realtà tangibile e dalla prosaica esperienza quotidiana e giunge là dove immaginazione, fantasia e sogno si destano e diventano forze creative…
la danza è la vita a un grado più elevato e intenso…”.
Jung fu tra i primi in Occidente a riconoscere l’unità tra mente e corpo e a rivendicare la validità dell’arte come strumento terapeutico e le modalità espressive potenti mezzi per dare forma all’inconscio.
IL CORPO E IL MOVIMENTO SONO IL PIU' IMMEDIATO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE tra gli esseri umani.
"...Quando è scomparso il linguaggio verbale e anche il pensiero verbale, la persona entra in un altro stato di coscienza, essa vive e agisce direttamente a livello sottocorticale, ossia un livello molto prossimo all’inconscio e con un controllo cosciente minimo. L’agire non è più un atto intellettuale, razionale, ma l’espressione diretta di qualcosa di più intimo, di più profondo…sono tali tensioni emozionali soggiacenti che si esprimono mediante il simbolismo dell’agire,
ed è qui che la persona ritrova la sua autenticità, la sua verità…”
(Lapierre e Aucouturier, 1984, p. 141)
Perciò la danza, utilizzata come terapia e concepita come forma di “gioco”, si pone come approccio globale ed olistico adatto a tutti e ad ogni tipo di problematica, sia di tipo fisico che emotivo o cognitivo; gioioso mezzo per:
L’unica arte – diceva Nietzsche – in cui l’artista stesso diviene opera d’arte.
Fonte: più che puoi - Danzaterapia perchè
Dott.ssa Maria Grazia Guglielmucci